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12/09/2014

La mia vita professionale potrebbe essere suddivisa in 3 fasi: il periodo della formazione e dei Maestri, il periodo delle collaborazioni e degli amici, il periodo dell’incubazione, in cui ho contribuito alla crescita di altri colleghi.
Per quanto riguarda la fase della mia formazione, credo di aver visto il primo paziente con malattia di Crohn nel 1965 o 1966 accompagnando il prof De La Pierre, allora responsabile della Gastroenterologia della Clinica Medica di Torino. Ricordo che in quel periodo la patologia era rara e fui colpito dalla giovane età del paziente (20-22 anni) e dal segno radiologico (“string sign”) riscontrato all’esame effettuato. Successivamente, dietro suggerimento dello stesso prof. De La Pierre, mi recai in Inghilterra a Birmingham per un periodo di un anno dal 1967 al 1968 per approfondire la conoscenza delle IBD in un centro altamente specializzato in questo settore, con un reparto di terapia semintensiva dedicato alle IBD (già all’epoca dotato di 12 letti dedicati alle IBD!!) coordinato dal Dr. W. T. Cooke. Questo periodo di studio è stato fondamentale per la mia formazione poiché mi ha consentito di fare un’esperienza clinica e di ricerca in un centro allora all’avanguardia nel campo della celiachia e delle IBD che non aveva eguali, anche per l’ampiezza della casistica seguita, in Italia. Sono stato fortunato, poi, ad incontrare il prof Giorgio Verme che oltre ad affidarmi la responsabilità delle malattie del tubo digerente prima all’ospedale Mauriziano e poi alle Molinette di Torino, mi insegnò l’importanza del rigore metodologico sia nella clinica che nella ricerca.
Per quanto riguarda la seconda fase, della mia crescita professionale, sono stato incaricato dallo stesso Prof Verme di partecipare ai primi studi multicentrici sull’impiego della mesalazina nelle IBD (coordinati dalla Giuliani-Bracco). Questo passaggio fu fondamentale per approfondire le mie conoscenze attraverso i contatti e confronti con grandi personaggi come Campieri, Pallone, Cottone, De Franchis, Prantera, Sturniolo, Caprilli, d’Albasio, ecc.
Con l’utilizzo sempre più diffuso della colonscopia nella diagnostica delle IBD mi sono poi anche occupato della diagnosi differenziale delle IBD ed ho partecipato a studi riguardanti l’impiego dell’ecografia nelle IBD, l’interessamento articolare e la genetica di queste malattie.
Un altro periodo per me molto importante è stato quello della ricerca di un linguaggio comune e omogeneo fra endoscopisti, valutando anche il valore predittivo delle lesioni endoscopiche per la diagnosi finale. Ho avuto anche la fortuna di partecipare a studi sulla variabilità tra osservatori nella diagnostica endoscopica delle IBD effettuati nell’ambito del GSMII (Gruppo di Studio Malattie Infiammatorie Intestinali), con l’apporto fondamentale di amici quali Minoli, Vecchi, Prada, Rocca, Gullotta, ecc. Negli stessi anni ho partecipato anche alle iniziative di studio nell’ambito del GISC (Gruppo Italiano Studio Colon), e ho potuto assistere alla nascita di IG-IBD dalla fusione di questi due gruppi di lavoro.
Per quanto riguarda infine la terza parte della mia vita professionale, devo riconoscere che se sono riuscito ad ottenere qualche risultato nella clinica e nella ricerca nelle malattie infiammatorie intestinali lo devo, oltre ai Maestri e Colleghi che ho citato, ai numerosi collaboratori che ho avuto negli anni trascorsi, e che, nell’impossibilità di citare senza qualche dimenticanza, ringrazio di cuore ed ai quali sono enormemente grato oltre che per la loro collaborazione anche per la loro amicizia ed affetto. In quest’ultima parte, insieme al mio gruppo dell’Ospedale Mauriziano di Torino, abbiamo contribuito a ricerche nel campo della colite acuta grave, la sierologia e la genetica delle IBD, la concordanza nell’ecografia intestinale, la fenotipizzazione degli enzimi responsabili del metabolismo delle tiopurine. Inoltre ho potuto contribuire a far nascere la Fondazione IBD Onlus, la prima Fondazione ad occuparsi di formazione e ricerca nel campo delle IBD, che ad oggi ha finanziato progetti per circa 1.5 milioni di euro in questo ambito.