Elisabetta Colombo, Vito Annese
A nome del comitato scientifico AIGO

Sono farmaci derivati dagli oppioidi (codeina fosfato, loperamide, difenossilato) e riducono il numero di scariche intestinali agendo sia rallentando l’attività contrattile, che aumentando il riassorbimento dell’acqua nel colon. L’uso di codeina può indurre dipendenza. Di norma, questi farmaci non vanno assunti perché mascherano le fasi della malattia e soprattutto possono precipitare l’evoluzione in megacolon tossico di una colite severa. Sono indicati quando si è certi che la malattia non è attiva, per ridurre il numero di scariche, ad es. dopo interventi con estese resezioni dell’ileo (nella malattia di Crohn) o resezioni del colon-retto (nella colite ulcerosa), in attesa che si verifichino meccanismi di compenso dell’intestino residuo. Dopo intervento di resezione dell’ileo e della valvola ileocecale si manifesta di solito un malassorbimento dei sali biliari; in questo caso può essere utile l’utilizzo di una resina (la colestiramina), che è in grado di bloccare gli acidi biliari. E’ un farmaco molto ben tollerato ma dal sapore sgradevole.