Elisabetta Colombo, Vito Annese
A nome del comitato scientifico AIGO

Sono i farmaci cardine nella terapia della colite ulcerosa e malattia di Crohn sin dall’inizio degli anni ’50 e hanno consentito una sostanziale riduzione della mortalità connessa alle fase di severa attività di queste malattie. Sono ancora i farmaci di scelta nelle fasi acute quando la malattia ha un’attività moderata o severa e circa l’80?i pazienti risponde al trattamento. Il reale problema di questi farmaci è il numero dei pazienti che possono sviluppare una dipendenza (fino al 30-40%) e gli inevitabili effetti indesiderati che si verificano al prolungarsi della durata della terapia.
I corticosteroidi sono ormoni normalmente prodotti in piccole quantità nel nostro organismo nei surreni (piccole ghiandole situate proprio al di sopra dei reni) con l’importante funzione di regolare il bilancio del sodio e consentire un’adeguata risposta dell’organismo allo stress, ma hanno anche effetti sulla pressione arteriosa ed i livelli di glicemia. Quando assunti a scopi terapeutici in compresse, iniezioni o per via topica (clismi
e schiume), esercitano un formidabile effetto antinfiammatorio che può manifestarsi non solo a livello dell’intestino ma anche a distanza (ad esempio in caso di dolori articolari di origine infiammatoria). Una volta ottenuto l’effetto desiderato sul controllo dei sintomi, è necessaria una riduzione graduale del dosaggio per evitare una precoce ricomparsa dei sintomi e consentire una ripresa della funzione dei surreni. L’inibizione prolungata dei surreni può determinare nausea, astenia intensa o un’insufficiente risposta ad uno stress
(ad es. in caso di infezione o dopo un intervento).
La lista degli effetti indesiderati di questi farmaci e particolarmente lunga e può essere distinta in effetti nel breve e lungo termine, di solito dipendenti dal dosaggio e durata della terapia, non sempre reversibili alla sospensione della terapia.

Effetti temporanei

Aumento dell’appetito
Viso a forma di “luna piena”
Acne, irsutismo
Aumento glicemia
Ritenzione di sodio con edemi declivi
Aumento pressione arteriosa
Cambio di umore (euforia, depressione)
Insonnia
Ridotta resistenza alle infezioni
Effetti prolungati

Decalcificazione delle ossa
Miopatia
Diabete
Necrosi testa del femore
Glaucoma, cataratta
I cortisonici più usati (idrocortisone, prednisone e metilprednisolone) sono in generale farmaci di straordinaria utilità; il problema è di utilizzarli il minimo indispensabile, minimizzando gli effetti indesiderati. Qualora si verifichi la situazione di steroidodipendenza, bisognerà cercare di introdurre quanto prima altri farmaci quali gli immunomodulatori (es. azatioprina). Per quanto riguarda invece gli effetti indesiderati, sono stati sviluppati una serie di “nuovi“ cortisonici (budesonide, beclometasone dipropionato, ecc.) che hanno la caratteristica di essere più rapidamente eliminati dal fegato e pertanto determinano meno effetti collaterali sistemici. Al momento in Italia è disponibile il beclometasone in compresse (Clipper®), clismi (Topster®, Clipper®, Klostenal®), schiuma rettale (Topster®), supposte (Topster®) e la budesonide in compresse (Entocir®, Rafton®), per la quali sono disponibili maggiori studi ed evidenze.
Entrambi questi farmaci comunque, seppure gravati di minori (non assenti) effetti collaterali, non sono utili per la terapia di mantenimento (vedi di seguito).