DATA: 26/02/2020
L’infezione da nuovo Coronavirus in Italia sta causando apprensione generale. Le persone affette da malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) stanno dimostrando di avere ulteriori preoccupazioni.
I pazienti spesso ci pongono queste domande:
“Ho un rischio più alto di contrarre il Coronavirus?”
“Se mi infetto, ho dei rischi superiori alle altre persone?”
“Devo sospendere la terapia biologica/immunosoppressiva?” 

Innanzitutto è indispensabile sottolineare che le norme sui comportamenti da adottare sono quelle ufficiali date dal Ministero della Salute (http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus) e dall’Istituto Superiore di Sanità (https://www.iss.it/?p=5108), e sono sostanzialmente le norme igieniche che possono ridurre al massimo il rischio di contagio.
 Le risposte, basate sui dati ad oggi disponibili, sono le seguenti:
  1. Il rischio di contrarre l’infezione da Coronavirus dipende, per tutte le persone, dal contatto stretto con un caso infetto, indipendentemente dall’essere affetto o meno da malattia infiammatoria cronica intestinale. I pazienti affetti da MICI, anche in terapia con farmaci immunosoppressori (es. farmaci biologici, azatioprina, steroidi) non hanno un rischio più alto di contrarre il Coronavirus.
  2. L’infezione da Coronavirus può causare una malattia respiratoria. Questa spesso ha un decorso favorevole, ma raramente il decorso è grave, con la comparsa di polmonite ed insufficienza respiratoria. Molti malati -circa l'80%- guariscono senza bisogno di cure particolari. I dati disponibili indicano che la malattia respiratoria ha un decorso più grave nelle persone di età avanzata ed in caso di alcune malattie concomitanti (come il diabete, patologie respiratorie preesistenti, patologie cardiovascolari, neoplasie). Tra queste condizioni non sono indicate le malattie infiammatorie croniche intestinali.
  3. Non è noto se i pazienti in terapia con farmaci biologici od immunosoppressori possano avere un decorso più grave della malattia respiratoria, anche se è noto che tali farmaci possano favorire alcune infezioni e complicanze. Tuttavia, allo stato attuale delle conoscenze, non ci sono indicazioni alla sospensione della terapia in quanto la probabilità di una riacutizzazione, anche grave, è nettamente superiore a quella di contrarre l’infezione da Coronavirus in una forma grave.