Elisabetta Colombo, Fabrizio Bossa, e Vito Annese
A nome del comitato scientifico AIGO

L’intervento, purtroppo, non è in grado di guarire dalla malattia, che ritornerà prima o poi (in circa il 70?i casi entro 10 anni), di solito ripartendo proprio dalla sede della resezione. E’ opportuno pertanto riprendere la terapia quanto prima dopo l’intervento, per
ridurre il rischio e la gravità della recidiva. Diversi studi, condotti anche in Italia, hanno dimostrato che la mesalazina riduce del 10-20% questo rischio. In alcuni pazienti, magari più giovani, sottoposti ad ampia resezione o già al secondo intervento, questo tipo di “protezione” offerta dalla mesalazina potrebbe essere insufficiente. E’ stato dimostrato che una terapia con metronidazolo nei tre mesi successivi all’intervento riduce notevolmente il rischio di recidiva ad un anno, e che l’azatioprina è più efficace della mesalazina nella prevenzione della recidiva. Nei pazienti a maggior rischio di recidiva, con tendenza alla formazione di fistole o plurioperati, è necessaria pertanto una terapia di mantenimento più energica con azatioprina.