Elisabetta Colombo, Vito Annese
A nome del comitato scientifico AIGO

E’ una delle più concrete novità nel campo della terapia delle malattie infiammatorie croniche intestinali e può determinare anche un cambio della strategia terapeutica. E’ un anticorpo di origine animale (derivato dal topo di laboratorio) ma “umanizzato” al 75% con tecniche di ingegneria genetica, in grado di “bloccare” il TNF (letteralmente “fattore di necrosi tumorale”, ma in questo caso con i tumori non c’entra affatto). Il TNF è un
importante mediatore dell’infiammazione, una molecola (detta citochina) prodotta dai linfociti, attivati a seguito di meccanismi non ben noti nel caso della malattia di Crohn.
Questa sostanza però determina molti degli effetti negativi (anche a distanza) della cronica infiammazione dell’intestino. L’anticorpo è in grado di legarsi al TNF libero ed a quello legato alla membrana cellulare bloccandone l’attività. Dall’Aprile del 2000 questo farmaco è in commercio in Italia con il nome Remicade® per esclusivo uso ospedaliero nella malattia di Crohn con fistole cutanee e comunque non rispondente alla terapia
tradizionale. Si somministra per via endovenosa ed il suo effetto dopo una singola infusione si prolunga in media per circa 2 mesi. E’ senza dubbio il farmaco più attivo nelle fistole, anche se alla scomparsa dell’effetto nel tempo le fistole tendono a riapparire. In generale è molto ben tollerato, salvo per la comparsa di possibile reazioni allergiche o a tipo ipersensibilità ritardata (come per i vaccini). Fino al 10% circa dei pazienti trattati
possono sviluppare anticorpi contro il farmaco (per la sua natura biologica non completamente “umana”), e per questa ed altre ragioni il suo effetto sembra ridursi nella terapia prolungata a lungo termine. La segnalazione di casi di riaccensione di tubercolosi con conseguenze anche mortali, ha richiamato la necessità di escludere con attenzione (anamnesi, visita, Rx Torace e test alla tubercolina) questa eventualità prima di iniziare il trattamento. Tale precauzione era del resto ben nota comunque agli specialisti, anche nel
caso dell’utilizzo di steroidi ed altri immuno-modulatori. Nel marzo 2006 è stato approvato in Italia l’utilizzo dell’infliximab anche per la cura della Rettocolite Ulcerosa, in particolare per i pazienti con malattia attiva moderata-severa resistenti alla terapia convenzionale.
Altre molecole anti-TNF che agiscono con diversi meccanismi d’azione sono in avanzata fase di sperimentazione.