Elisabetta Colombo, Vito Annese
A nome del comitato scientifico AIGO

Nelle MICI si verifica di solito una cronica perdita (anche solo microscopica) di sangue dalle aree d’intestino infiammate. Questo determina spesso una situazione di carenza di ferro (costituente essenziale dell’emoglobina) che può essere ancora più marcata nel sesso femminile (a causa delle perdite mensili) e determinare una situazione di anemia. E’ necessaria pertanto una verifica periodica del livello di emoglobina (emocromo), dei livelli sierici di ferro (sideremia) e dei depositi di ferro (ferritina). In caso di carenza è necessaria l’assunzione di ferro per bocca o per via endovenosa. Sono sconsigliabili le iniezioni intramuscolari perché dolorose, scarsamente assorbite e perché inoltre determinano fastidiosi “tatuaggi”. Le formulazioni di ferro per bocca possono determinare spesso intolleranza gastrica (dolori, nausea) e talora possono indurre diarrea. Nel primo caso si consiglia di assumere composti a base di ferro che possono essere assunti dopo il pasto (es. Ferrograd®). In caso di scarso assorbimento o marcata intolleranza è indispensabile la somministrazione endovenosa che deve essere molto lenta e può indurre reazioni allergiche.
Supplementi di vitamina B12 sono necessari solo in caso di resezioni molto estese dell’intestino tenue. Viceversa sono indispensabili supplementi di acido folico durante terapia con salazopirina, azatioprina, 6-mercaptopurina, metotrexate e nel caso di precedenti episodi trombotici.
Quando è possibile una normale alimentazione, sufficientemente variata, non sono indispensabili supplementi di vitamine o oligoelementi (zinco, rame, selenio ecc.). Viceversa, dopo resezioni molto estese dell’intestino tenue o marcata iporessia (scarso appetito) è utile il supplemento con integratori nutrizionali per i quali è necessaria un’adeguata informazione specialistica (quelli del supermercato non vanno bene).
In caso di riscontro di osteoporosi è senz’altro opportuna l’aggiunta di supplementi di calcio e vitamina D. Nei casi più gravi e resistenti è necessaria una valutazione specialistica per l’utilizzo di farmaci specifici come i difosfonati.